Il corriere della sera, march 20 2004

«Beatrice? Meglio di Norma» Bellini insolito agli Arcimboldi

Il direttore Renato Palumbo: «Un’ opera intensa e drammatica, che richiede grandi interpreti»

LAURA DUBINI

MILANO

«Bellini in Norma non raggiunge mai le intensità e la drammaticità di cui è permeata invece Beatrice di Tenda. Eppure quest’ opera non è popolare ed è ingiustamente vista da molti come un tavolo azzoppato. E’ raramente rappresentata per la sua difficoltà. Occorre un cast eccellente, voci impostate al belcanto, il nostro bene più prezioso». Il direttore Renato Palumbo, al suo debutto in Beatrice di Tenda (in scena agli Arcimboldi da domani fino al 1° aprile) tiene a dimostrare la grandezza dell’ opera di Bellini, composta dopo Norma. L’ opera in due atti, ispirata a una vicenda reale accaduta nel 1418 al castello di Binasco, alle porte di Milano, torna nell’ allestimento di Pier’ Alli del 1993, ma con un nuovo cast. Nel ruolo di Beatrice di Tenda, moglie detestata da Filippo Maria Visconti che la condanna ingiustamente alla ghigliottina, debutta domenica Mariella Devia, insieme con Maria Piscitelli (Agnese del Maino), Anthony Michaels-Moore (Filippo Maria Visconti) e José Bros (Orombello). Sebbene si tratti di una ripresa, tutto è stato rivisitato da Pier’ Alli (scene minimaliste ma di forte impatto) e preparato a fondo da Palumbo con i cantanti. «È stato importante – spiega Palumbo – lavorare sui recitativi e sul canto legato nel quale eccelle Mariella. Quel belcanto che i giovani artisti quasi ripudiano perché non porta soldi e richiede tanto studio. Orchestra e coro, impegnati come nella tragedia greca, hanno un forte impatto sonoro». «È una gioia e una sfida questo ruolo che appaga come Lucia di Lammermoor – confessa la Devia -. E, poi, è un divertimento, sebbene faticoso, affrontare melodie lunghe, e la cabaletta finale che corona il sacrificio di Beatrice, vittima fiera e rassegnata».

«Beatrice? Meglio di Norma» Bellini insolito agli Arcimboldi

Il direttore Renato Palumbo: «Un’ opera intensa e drammatica, che richiede grandi interpreti»

LAURA DUBINI

MILANO

«Bellini in Norma non raggiunge mai le intensità e la drammaticità di cui è permeata invece Beatrice di Tenda. Eppure quest’ opera non è popolare ed è ingiustamente vista da molti come un tavolo azzoppato. E’ raramente rappresentata per la sua difficoltà. Occorre un cast eccellente, voci impostate al belcanto, il nostro bene più prezioso». Il direttore Renato Palumbo, al suo debutto in Beatrice di Tenda (in scena agli Arcimboldi da domani fino al 1° aprile) tiene a dimostrare la grandezza dell’ opera di Bellini, composta dopo Norma. L’ opera in due atti, ispirata a una vicenda reale accaduta nel 1418 al castello di Binasco, alle porte di Milano, torna nell’ allestimento di Pier’ Alli del 1993, ma con un nuovo cast. Nel ruolo di Beatrice di Tenda, moglie detestata da Filippo Maria Visconti che la condanna ingiustamente alla ghigliottina, debutta domenica Mariella Devia, insieme con Maria Piscitelli (Agnese del Maino), Anthony Michaels-Moore (Filippo Maria Visconti) e José Bros (Orombello). Sebbene si tratti di una ripresa, tutto è stato rivisitato da Pier’ Alli (scene minimaliste ma di forte impatto) e preparato a fondo da Palumbo con i cantanti. «È stato importante – spiega Palumbo – lavorare sui recitativi e sul canto legato nel quale eccelle Mariella. Quel belcanto che i giovani artisti quasi ripudiano perché non porta soldi e richiede tanto studio. Orchestra e coro, impegnati come nella tragedia greca, hanno un forte impatto sonoro». «È una gioia e una sfida questo ruolo che appaga come Lucia di Lammermoor – confessa la Devia -. E, poi, è un divertimento, sebbene faticoso, affrontare melodie lunghe, e la cabaletta finale che corona il sacrificio di Beatrice, vittima fiera e rassegnata».

«Beatrice? Meglio di Norma» Bellini insolito agli Arcimboldi

Il direttore Renato Palumbo: «Un’ opera intensa e drammatica, che richiede grandi interpreti»

LAURA DUBINI

MILANO

«Bellini in Norma non raggiunge mai le intensità e la drammaticità di cui è permeata invece Beatrice di Tenda. Eppure quest’ opera non è popolare ed è ingiustamente vista da molti come un tavolo azzoppato. E’ raramente rappresentata per la sua difficoltà. Occorre un cast eccellente, voci impostate al belcanto, il nostro bene più prezioso». Il direttore Renato Palumbo, al suo debutto in Beatrice di Tenda (in scena agli Arcimboldi da domani fino al 1° aprile) tiene a dimostrare la grandezza dell’ opera di Bellini, composta dopo Norma. L’ opera in due atti, ispirata a una vicenda reale accaduta nel 1418 al castello di Binasco, alle porte di Milano, torna nell’ allestimento di Pier’ Alli del 1993, ma con un nuovo cast. Nel ruolo di Beatrice di Tenda, moglie detestata da Filippo Maria Visconti che la condanna ingiustamente alla ghigliottina, debutta domenica Mariella Devia, insieme con Maria Piscitelli (Agnese del Maino), Anthony Michaels-Moore (Filippo Maria Visconti) e José Bros (Orombello). Sebbene si tratti di una ripresa, tutto è stato rivisitato da Pier’ Alli (scene minimaliste ma di forte impatto) e preparato a fondo da Palumbo con i cantanti. «È stato importante – spiega Palumbo – lavorare sui recitativi e sul canto legato nel quale eccelle Mariella. Quel belcanto che i giovani artisti quasi ripudiano perché non porta soldi e richiede tanto studio. Orchestra e coro, impegnati come nella tragedia greca, hanno un forte impatto sonoro». «È una gioia e una sfida questo ruolo che appaga come Lucia di Lammermoor – confessa la Devia -. E, poi, è un divertimento, sebbene faticoso, affrontare melodie lunghe, e la cabaletta finale che corona il sacrificio di Beatrice, vittima fiera e rassegnata».

«Beatrice? Meglio di Norma» Bellini insolito agli Arcimboldi

Il direttore Renato Palumbo: «Un’ opera intensa e drammatica, che richiede grandi interpreti»

LAURA DUBINI

MILANO

«Bellini in Norma non raggiunge mai le intensità e la drammaticità di cui è permeata invece Beatrice di Tenda. Eppure quest’ opera non è popolare ed è ingiustamente vista da molti come un tavolo azzoppato. E’ raramente rappresentata per la sua difficoltà. Occorre un cast eccellente, voci impostate al belcanto, il nostro bene più prezioso». Il direttore Renato Palumbo, al suo debutto in Beatrice di Tenda (in scena agli Arcimboldi da domani fino al 1° aprile) tiene a dimostrare la grandezza dell’ opera di Bellini, composta dopo Norma. L’ opera in due atti, ispirata a una vicenda reale accaduta nel 1418 al castello di Binasco, alle porte di Milano, torna nell’ allestimento di Pier’ Alli del 1993, ma con un nuovo cast. Nel ruolo di Beatrice di Tenda, moglie detestata da Filippo Maria Visconti che la condanna ingiustamente alla ghigliottina, debutta domenica Mariella Devia, insieme con Maria Piscitelli (Agnese del Maino), Anthony Michaels-Moore (Filippo Maria Visconti) e José Bros (Orombello). Sebbene si tratti di una ripresa, tutto è stato rivisitato da Pier’ Alli (scene minimaliste ma di forte impatto) e preparato a fondo da Palumbo con i cantanti. «È stato importante – spiega Palumbo – lavorare sui recitativi e sul canto legato nel quale eccelle Mariella. Quel belcanto che i giovani artisti quasi ripudiano perché non porta soldi e richiede tanto studio. Orchestra e coro, impegnati come nella tragedia greca, hanno un forte impatto sonoro». «È una gioia e una sfida questo ruolo che appaga come Lucia di Lammermoor – confessa la Devia -. E, poi, è un divertimento, sebbene faticoso, affrontare melodie lunghe, e la cabaletta finale che corona il sacrificio di Beatrice, vittima fiera e rassegnata».

«Beatrice? Meglio di Norma» Bellini insolito agli Arcimboldi

Il direttore Renato Palumbo: «Un’ opera intensa e drammatica, che richiede grandi interpreti»

LAURA DUBINI

MILANO

«Bellini in Norma non raggiunge mai le intensità e la drammaticità di cui è permeata invece Beatrice di Tenda. Eppure quest’ opera non è popolare ed è ingiustamente vista da molti come un tavolo azzoppato. E’ raramente rappresentata per la sua difficoltà. Occorre un cast eccellente, voci impostate al belcanto, il nostro bene più prezioso». Il direttore Renato Palumbo, al suo debutto in Beatrice di Tenda (in scena agli Arcimboldi da domani fino al 1° aprile) tiene a dimostrare la grandezza dell’ opera di Bellini, composta dopo Norma. L’ opera in due atti, ispirata a una vicenda reale accaduta nel 1418 al castello di Binasco, alle porte di Milano, torna nell’ allestimento di Pier’ Alli del 1993, ma con un nuovo cast. Nel ruolo di Beatrice di Tenda, moglie detestata da Filippo Maria Visconti che la condanna ingiustamente alla ghigliottina, debutta domenica Mariella Devia, insieme con Maria Piscitelli (Agnese del Maino), Anthony Michaels-Moore (Filippo Maria Visconti) e José Bros (Orombello). Sebbene si tratti di una ripresa, tutto è stato rivisitato da Pier’ Alli (scene minimaliste ma di forte impatto) e preparato a fondo da Palumbo con i cantanti. «È stato importante – spiega Palumbo – lavorare sui recitativi e sul canto legato nel quale eccelle Mariella. Quel belcanto che i giovani artisti quasi ripudiano perché non porta soldi e richiede tanto studio. Orchestra e coro, impegnati come nella tragedia greca, hanno un forte impatto sonoro». «È una gioia e una sfida questo ruolo che appaga come Lucia di Lammermoor – confessa la Devia -. E, poi, è un divertimento, sebbene faticoso, affrontare melodie lunghe, e la cabaletta finale che corona il sacrificio di Beatrice, vittima fiera e rassegnata».

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